Lettrici
compulsive, oggi vi parlo di “Resta con me fino all'ultima canzone”, un libro
che tratta tematiche molto delicate. L’autrice, Leila Sales, tramite Elise, la protagonista
di questo libro, ci racconta un’attualissima triste verità, il problema del
bullismo tra adolescenti. Questo è un
libro che affronta anche il cambiamento, la volontà di cambiare se stessi, ma
anche trovare se stessi, trovare quel qualcosa che non c’era.
Pagine: 319
Editore: De Agostini
Genere: Young Adult
Sembra così facile diventare un’altra. Sembra facile, ma non
lo è.
Farsi degli amici non è mai stato semplice per Elise. Per sedici anni è stata
ignorata, offesa, ferita.
Il bersaglio preferito di scherzi di ogni tipo. Ma adesso ha deciso di voltare
pagina e prendere in mano la propria vita. Ecco perché per tutta l’estate ha
osservato le ragazze più popolari della scuola: per diventare come loro e
iniziare il secondo anno alla grande.
Peccato però che le cose non vadano affatto come previsto. Nessuno sembra
accorgersi dei suoi sforzi, ed Elise si ritrova sola. Questa volta è pronta ad
arrendersi, certa che per lei la musica non cambierà mai. Ma una notte, durante
una passeggiata solitaria per le vie della città, s’imbatte per caso nello
Start, un locale underground che suona i brani più belli che abbia mai sentito.
E proprio qui, nel posto più stravagante del mondo, in mezzo al più stravagante
gruppo di persone che si possa immaginare, Elise trova finalmente quello che ha
sempre cercato: la musica giusta, gli amici giusti e forse anche il ragazzo
giusto.
Elise, giovane sedicenne, figlia di due genitori separati, che decidono con chi deve stare, grazie a un
apposito calendario sui loro telefonini. La piccola Elise è sempre stata
diverse, ha iniziato a parlare con frasi
di senso compiuto a un anno, a sei sapeva leggere i libri illustrati. In quarta
elementare, alle lezioni di matematica si sedeva in fondo con il manuale di
algebra per le medie. All'asilo la sua band preferita erano i Cure, perché le
piacevano i testi. Elise è stata sempre precoce in tutto ciò che faceva,
che l’appassionava. E forse è per questo
che, da sempre, i suoi compagni di scuola, l’hanno emarginata, presa in giro. Perché
per le persone piccole, l’essere diverso non è positivo, quando invece
dovrebbero pensare che “il diverso è bello, speciale”. L’unica costante che ha accompagnato sempre Elise è la musica.
Questo grazie ad un padre musicista, che l’ha portata sempre con se ai diversi
concerti, dove , con la sua band, si esibiva. E la musica è parte fondamentale
di questo libro, perché è proprio la musica che l’ha salvata.
Perché a un certo punto Elise si è arresa, stanca di combattere,
stanca di tutto e tutti.
“Portai il computer in bagno, lo sistemai a
terra e feci partire Hallelujah, nella versione di Jeff Buckley. Tirai fuori
una bottiglia d’alcol e lo versai sulla lama per sterilizzarla. Volevo farmi
del male, sì, ma non prendermi anche un’infezione.”
Ma Elise aveva mentito, mentito in primis a se
stessa, pensando di volerlo fare davvero, quando invece, ciò che voleva
davvero, era solo un po’ di attenzioni.
Ora, non voglio svelarvi cosa nasconde questo
libro, vi dico invece, che questo è un libro che dovreste leggere, un libro per
chi, come Elise, ha lottato e vinto la
sua battaglia, un libro per chi ama la musica e attraverso questa affronta la vita con un sorriso.
La musica è la colonna sonora di questo
percorso, quindi mi sembra più giusto darvi una playlist piuttosto che una sola canzone, e vi suggerisco di spendere un minuto per ascoltare queste splendide canzoni.
Vorrei iniziare da LETTER TO ELISE dei Cure, storica band post-punk inglese, canzone che ha dato il nome alla nostra protagonista. Una bellissima traccia
che ferisce con il sorriso sulle labbra e le lacrime negli occhi, proprio come è classico per i Cure e proprio come è riuscita, con me, l'autrice del libro, Leisa Sales.
Non può mancare l'HALLELUJAH di Leonard Cohen, nella versione di Jeff Buckley, una vera carezza per l'anima, canzone che ho ascoltato una miriade di volte e che ascolterei sempre. Qualcuno disse "Jeff Buckley era una goccia pura in un oceano di rumore", niente di più vero. Artista in grado di emozionare, dalla voce potente ma allo stesso tempo struggente, dal canto angelico. Dovete ascoltare assolutamente, almeno una volta nella vita, GRACE, suo album capolavoro, opera veramente piena di grazia, un vero crescendo di intensità ma anche di emozioni.
Ora non posso che citare gli Smiths, gruppo amato dallo stesso Jeff Buckley.
“Ogni volta che menziono gli Smiths ai miei amici devo difenderli. A volte per amare qualcosa devi essere in grado di difenderla”. Jeff Buckley
Gli SMITHS, gruppo alternative rock inglese che nasce a Manchester a inizio anni '80, sono anche il gruppo preferito dalla nostra protagonista Elise. Come ultima canzone della playlist vi presento The Headmaster Ritual, canzone che ci narra dell'oppressione scolastica ( testo con chiari riferimenti autobiografici del cantante Morrissey, che affronta, senza compromessi, il tema della violenza nei confronti dei giovani e la brutalità istituzionale delle scuole d Manchester).
Ora non mi resta che augurarvi una buona lettura ma anche un ottimo ascolto!!!
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