Pagine

venerdì 22 luglio 2016

Recensione: "SULLA SEDIA SBAGLIATA" Sara Rattaro ed. Garzanti

Buongiorno a tutti, un altro week end in compagnia di Sara Rattaro con  l'opera "SULLA SEDIA SBAGLIATA".



  SARA RATTARO
SULLA SEDIA SBAGLIATA
NARRATIVA CONTEMPORANEA
EBOOK 6.99 AMAZON
COPERTINA RIGIDA 8.42 AMAZON






Esiste un gioco che tutti conoscono.

Si mettono al centro di una stanza alcune sedie e quando la musica si ferma si corre per occuparne una.

Chi resta in piedi viene eliminato, gli altri restano seduti...

Qualcuno sulla sedia sbagliata.


Buongiorno Amiche lettrici, 
oggi vi proporrò la recensione di un altro libro di un'autrice che stimo tanto, Sara Rattaro: "Sulla sedia sbagliata". Ho amato subito la scrittura di Sara, ed è per questo che ho deciso che leggerò tutte le sue opere. Storie dure quelle che incontriamo in questo romanzo, storie di madri. Madri diverse, con storie  diverse, ma legate dallo stesso dolore: la perdita di un figlio. Sono mille i modi in cui possiamo perdere una persona, e molto spesso riusciamo a farcene una ragione, ma non "Sulla sedia sbagliata", loro non trovano pace. Le storie vengono narrate a più voci, ognuno deve dire la sua, dare un parere, far sentire il proprio dolore e le proprie ragioni. Storie struggenti, l'amore, quello forte, che fa soffrire. La prima storia è quella di Francesca, che perde il figlio o meglio, è il carcere che si prenderà cura di lui, in quanto è stato accusato di omicidio. Come può una madre accettare che il figlio rimanga rinchiuso fra quattro sbarre, come può una madre vivere e pensare che il figlio è avvolto da così tanta sofferenza. Non importa ciò che ha fatto, una madre perdona sempre, anzi, si colpevolizza per gli errori dei figli. "Dove ho sbagliato" è la domanda che si pongono tutte, era un ragazzo bravo, non gli mancava nulla, come può aver commesso atrocità simili.



"Le raccontavo dei miei incubi a occhi aperti, dei lunghi viaggi che intraprendevo con la mia mente durante le attese nella sala colloqui, aspettando che Andrea apparisse dalla solita porta e mi fosse concesso il tempo, quasi mai più di un ora, di capire che quello purtroppo non era più un sogno".




L'altra storia vede invece protagonista un'altra madre, Teresa, che perde sua figlia in un incidente stradale. Figlia strappata troppo presto alla vita, una vita che lei sperava bella e lunga ed, invece, è bastato poco per far svanire tutti i sogni, i sogni di una madre. Storie legate dallo stesso filo conduttore, la sofferenza, e tra le due non so quale sia la peggiore: una madre che rimane appesa alla visite quotidiane in un carcere? O una madre che continua a "vedere" la figlia a casa, come se nulla fosse accaduto?
Loro, i colpevoli, cosa pensano, cosa vogliono, cosa hanno risolto con i loro gesti? Hanno mai pensato alla sofferenza delle loro madri? Hanno mai pensato alle conseguenze?


"Quando ti trovarono respiravi ancora. Ma quel lieve soffio testardo non era sufficiente a farti tornare a casa. Nessuno riuscì a spiegarmi per bene il perché. Neanche Dio voleva dirmelo. Avevo l'impressione che preferisse evitare il discorso. Forse si vergognava di non riuscire a dare una spiegazione al vuoto che avevi lasciato. Forse gli tremava la voce e gli sudavano le mai, come succedeva a me, quando cercavo di trovare una risposta che ti vedeva come la grande protagonista del suo disegno divino, troppo superiore alle nostre capacità per essere compreso dai comuni mortali".


La Rattaro è stata bravissima a descrivere i loro stati d'animo, storie di tutti i giorni ma uniche nel modo in cui vengono descritte! La scrittrice ti ammalia, ti fa ribollire il sangue nelle vene.  Vivi le loro storie parallelamente, proprio come se stessero capitando a te! Lettura forte e dura, ricca di sentimenti, a volte quasi estreme, ma tanto reali. Il mio voto per questo libro: cinque, il voto più alto! Grazie ancora Sara per averci fatto leggere una così bell'opera.















Arriviamo al momento aspro, salato, dolce o amaro? Bè, che dire, in questo caso amarissimo, posso paragonare questa lettura ad un cioccolata calda, nera come la tristezza delle storie trattate, calda come il calore che solo una mamma può darti e amara, amarissima, come la sensazione che ti lasciano le storie che vivono i nostri amati personaggi.










Ci sono cose che solo una mamma può capire. E che, purtroppo, solo una mamma può sentire. Una madre rimane sempre una madre. Non smette mai di esserlo. Qualunque cosa accada. Anche quando non esiste nulla di più difficile al mondo. Lo sa bene Francesca, che ogni settimana va in carcere a trovare suo figlio accusato di un reato gravissimo: omicidio. Lei che continua a domandarsi dove abbia sbagliato. Perché negli occhi di Andrea fatica a riconoscere il bambino che ha cresciuto. Ma il suo cuore non può fare altro che proteggerlo. È la missione di ogni madre. Proprio quella missione che Teresa sente di aver fallito nel momento in cui sua figlia le è stata strappata via troppo presto in un incidente d’auto. Lei non era lì a difenderla per non lasciarla andare. Un dolore troppo grande che l’amore materno di Teresa non riesce ad accettare, al punto da creare una realtà diversa in cui la ragazza gira ancora per la casa a portare luce con il suo sorriso. Francesca è la madre di un carnefice, Teresa la madre di una vittima. Eppure sono solo due donne che devono in qualche modo superare la sconfitta delle loro speranze, dei loro sogni di un futuro felice per i figli. La loro sofferenza assume le stesse tonalità, usa le stesse parole, piange le stesse lacrime. Perché il confine tra l’errore e la verità si confonde. Non è mai netto. L’amore più puro può trasformarsi in un peso troppo grande da sopportare. Può fare male o far sbagliare. Ogni storia ha le sue zone di luce e le sue zone di ombra. Sara Rattaro riesce come nessun altro a dare voce ai sentimenti, quelli più profondi, quelli nascosti, quelli che a volte si ha paura di provare. Dopo il grande successo di Non volare via e Niente è come te, Sulla sedia sbagliata è un altro piccolo gioiello. Una storia sul perdono e sulla speranza. Una storia sull’amore incondizionato che lega una madre a un figlio. Una storia sulle colpe che non hanno mai una sola verità.






 L'AUTRICE



Sara Rattaro nasce e cresce a Genova, dove si laurea con lode in Biologia e Scienze della comunicazione. Già autrice di Un uso qualunque di te, che ha scalato le classifiche come fenomeno del passaparola, ha pubblicato con Garzanti Non volare via (2013), un successo con cui la sua scrittura ha conquistato i più importanti editori di tutta Europa, e Niente è come te (2014).



A presto!

Nessun commento:

Posta un commento